Chi può usufruirne


L'articolo 1 della legge specifica che possono essere inclusi ai benefici della Legge 104 individui che presentino “una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.” [1].

Sono inclusi in questo elenco lavoratori affetti da disabilità grave e/o familiari che assistono una persona con handicap grave come:

  • disabili con contratto di lavoro dipendente, inclusi quelli modalità part-time;
  • genitori biologici, adottivi o affidatari di figli disabili, anche non conviventi;
  • coniugi lavoratori dipendenti di soggetti affetti da disabilità grave;
  • Lavoratori dipendenti parenti di individui disabili (entro il secondo grado di parentela);
  • parenti o affini entro il terzo grado di parentela, lavoratori dipendenti (zii, nipoti, bisnonni e bisnipoti nel caso in cui il genitori o coniuge del disabile siano ultra sessantacinquenni e in caso di mancanza, decesso o patologie invalidanti dei suddetti).

La circolare n. 38 del 2017 [4], l'INPS ha esteso la possibilità di accedere ai permessi previsti dalla Legge 104 anche a conviventi di fatto e coppie unite civilmente, che rispettino le caratteristiche di cui sopra.

Per accedere ai benefici previsti dalla Legge 104 è necessario trasmettere telematicamente un'autocertificazione in grado di accertare la condizione di disabilità del richiedente attraverso la sezione “Prestazioni a sostegno del reddito: accesso al portale delle domande” presente sul sito dell'INPS [7], o tramite patronato.

Il successivo accertamento delle condizioni di difficoltà avviene, anche con revisioni periodiche, attraverso uno o più esami effettuati da una commissione medica presso la sede Inps più vicina. Della commissione fanno parte un operatore sociale, uno psicologo e un medico.

Legge 104: agevolazioni previste

La maggior parte delle persone conosce la Legge 104 soprattutto per i permessi retribuiti per l’assistenza, concessi ai parenti di persone con disabilità accertata oppure ai disabili stessi. Si tratta, in particolare, dell’articolo 33 di questa norma che prevede:

  • Permessi orari retribuiti giornalieri di 1 o 2 ore, a seconda del contratto di lavoro;
  • 3 giorni di permesso mensili, anche frazionabile in ore;
  • Prolungamento del congedo parentale con diritto al 30% della retribuzione, per un massimo di 3 anni, da godere entro il compimento del 12esimo anno del bambino. [6]

La Legge 104 però, oltre i permessi retribuiti, permette di accedere a [5]:

  • contributi per cure, assistenza e percorsi di riabilitazione del paziente affetto da disabilità;
  • diritto all'educazione e istruzione del disabile;
  • agevolazioni per ingresso nel mondo del lavoro e integrazione lavorativa;
  • contributi per l'eliminazione di barriere architettoniche;
  • agevolazioni fiscali per interventi di mobilità e trasporti, acquisto di tecnologia e altre spese finalizzate a migliorare la qualità della vita del disabile;

I benefici previsti dalla legge si applicano anche a stranieri e apolidi residenti, domiciliati o aventi stabile dimora nel territorio nazionale [6], nei limiti e alle condizioni previste dalla vigente legislazione o da accordi internazionali.

L'articolo 7, comma 1, del testo di legge prevede inoltre l'inclusione dei familiari del disabile nei programmi di cura e riabilitazione della persona affetta da handicap [5].

Al nucleo familiare del disabile vengono poi destinati “interventi di tipo socio-psicopedagogico, come assistenza sociale e sanitaria a domicilio, aiuto domestico ed economico” (Art. 8, comma 1 a) [5].

Per le agevolazioni rivolte a genitori e familiari lavoratori con persona disabile a carico è invece necessario distinguere in base all'età dell'assistito.

Legge 104: come fare richiesta

Per accedere ai benefici della Legge 104 è necessario anzitutto inviare una prima richiesta, detta Certificato SS3 [11], redatta dal proprio medico curante e completa di tutte le informazioni circa le generalità e la patologia del richiedente. È possibile inviare la domanda:

  • tramite il portale web dell’INPS, nella sezione “Servizi per il cittadino” [10], se in possesso di accredito e codice PIN;
  • tramite il Contact Center Inps-Inail, al numero verde 803.164, per il quale è però sempre necessario possedere codice PIN e credenziali;
  • attraverso un Patronato o un CAF;
  • chiedendo la spedizione telematica direttamente dal sistema utilizzato dal medico curante.

Una volta inoltrata la domanda, lo stesso INPS provvederà, tramite raccomandata, a comunicare all'interessato la data di una prima visita medica per verificare l'entità e il tipo di patologia riscontrata. Data, orario e altre informazioni relative alla visita sono inoltre disponibili all'interno del proprio account Cittadino, presente sul sito dell'INPS. In caso di impedimenti, il cittadino può richiedere un nuovo appuntamento, ma è necessario sapere che la domanda decade qualora non ci si presenti a due appuntamenti, e sarà pertanto necessario inoltrarla da capo. Allo stesso modo, è possibile richiedere una visita domiciliare nel caso di impossibilità al trasporto o alla deambulazione del richiedente.

Gli accertamenti sono eseguiti da una commissione medica composta da medici della ASL e da un medico dell'INPS, da uno psicologo o un sociologo, insieme a uno specialista in patologie specifiche in caso di necessità [13].

Il verbale elettronico redatto dalla commissione medica può essere approvato all'unanimità, riconoscendo automaticamente il diritto alla 104 del paziente, o senza unanimità. In quest'ultimo caso il Responsabile del Centro Medico Legale dell'INPS potrà comunque convalidare il referto entro 10 giorni dalla visita, o richiedere una nuova verifica entro 20 giorni dalla stessa data.

Sono ammessi ai benefici previdenziali della Legge 104 individui ai quali, a fronte della visita medica, venga riconosciuta una percentuale di disabilità compresa tra il 74% e il 100% [12]. Per percentuali minori sono comunque previste agevolazioni di tipo fiscale e lavorativo, in base alla gravità della patologia.

Una volta ottenuta l'annessione alla 104, il beneficiario dovrà comunque sottoporsi a visite periodiche di revisione, necessarie a stabilire reversibilità o esclusione dai servizi previdenziali previsti dalla legge.

Dal 2017 le competenze relative alle visite di revisione, non sono più a carico delle ASL ma dell'INPS [13].

In caso di handicap non riconosciuto, o riconosciuto in forma minore rispetto alle aspettative (sia a seguito della prima visita o di quelle di revisione), il cittadino può sottoporsi privatamente ad accertamento sanitario, presentandolo attraverso ricorso giudiziario alla valutazione della commissione [14].